Marchi di qualità DOP, IGP, STG, ma anche DOC, DOCG e IGT: impariamo a distinguerli

Tavola imbandita con vino, salumi e formaggi italiani

In tutta l’Unione Europea i prodotti agroalimentari di migliore qualità godono di un riconoscimento ufficiale, come ad esempio i marchi di qualità DOP, IGP, STG e non solo. Le sigle sono tante, e non sempre è facile comprendere le differenze che esistono fra l’una e l’altra. Ad esempio, cosa distingue un vino DOC da uno DOCG? E quali sono i più prestigiosi riconoscimenti assegnati ai prodotti agricoli e alimentari? Scoprilo proseguendo nella lettura!

Il marchio DOC, DOCG e IGT nei vini

L’Italia è uno dei Paesi più apprezzati nel mondo per le caratteristiche qualitative delle sue specialità enologiche, perciò non stupisce che vi siano molti vini che si fregiano di marchi di qualità sulle loro etichette.

Il marchio DOC (Denominazione di Origine Controllata), ad esempio, è uno dei più noti e viene assegnato ai vini prodotti in una specifica area geografica. Si tratta di vini caratterizzati da un disciplinare di produzione rigido che ne garantisce la qualità, la quale viene determinata per mezzo di stringenti analisi chimiche e sensoriali. Un esempio è il Prosecco DOC Treviso.

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Prosecco DOC Treviso ExtraDryUn gradino sopra troviamo il marchio DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Esso viene assegnato a prodotti già riconosciuti con marchio DOC, che presentano un livello qualitativo particolarmente elevato in termini di caratteristiche chimiche ed organolettiche.

Il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene DOCG ne è un ottimo esempio. Questo vino spumante viene prodotto in una zona geografica molto ristretta e le uve utilizzate sono accuratamente selezionate. Inoltre tutte le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione sono disciplinate da un protocollo molto rigido.

Sempre nel panorama dei vini prodotti in zone limitate troviamo anche il marchio IGT (Indicazione Geografica Tipica). Questo marchio identifica le specialità enologiche prodotte in aree di produzione tendenzialmente più ampie, ma comunque ben definite a livello territoriale.

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Sigla IGP, SGT e DOP: significato e caratteristiche

Culatello Classico solo una metà - Salumificio RossiProdotti italiani come salumi e formaggi fanno la parte del leone per quanto riguarda le specialità riconosciute ufficialmente a livello europeo. Iniziamo dalla sigla SGT, forse la meno nota. Si tratta di un marchio che indica una Specialità Tradizionale Garantita, ovvero un prodotto legato a particolari “saperi” e tecniche di produzione, come ad esempio la Pizza Napoletana o la Mozzarella. In questi casi, i fattori umani rappresentano un elemento centrale proprio perché emblema di tradizionalità.

Sicuramente più noto è il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta), che indica una specialità agroalimentare originaria di una determinata zona. Due esempi tipicamente emiliani sono il Salame di Felino IGP e la Coppa di Parma IGP, salumi originari del territorio di Parma la cui produzione è regolamentata da un preciso disciplinare.

Più stringenti sono infine i requisiti di assegnazione del marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta). Questi prodotti tipici infatti devono avere un’origine geografica molto precisa e anche le materie prime utilizzate per la produzione devono essere di provenienza locale. Due esempi “classici”? Il Culatello di Zibello DOP e il Prosciutto crudo di Parma DOP, due veri e propri fiori all’occhiello della produzione agroalimentare non solo emiliana, ma anche italiana.